“Legambiente lo denuncia da anni attraverso le pagine dell’annuale Rapporto Ecomafia, afferma Tiziano Granata, responsabile dell’Ufficio Ambiente e Legalità di Legambiente Sicilia: nell’Isola si registra una costante inclinazione verso le attività a basso impatto tecnologico, cioè quelle che veicolano logiche di sviluppo obsolete fondante sul consumo del territorio”.
Secondo la classifica dell’illegalità ambientale nel ciclo del cemento, il 49% degli illeciti vengono commessi proprio nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, in cui la Sicilia si colloca al quarto posto. Nelle regioni del Sud le organizzazioni criminali esercitano un controllo pressoché monopolistico su buona parte delle attività connesse alla gestione degli appalti e dell’edilizia, delle cave e della produzione di calcestruzzo. Nel corso del 2006 gli illeciti ambientali segnalati dalle Forze dell’Ordine nel ciclo del cemento sono stati infatti 667, 659 le denunce e 180 i sequestri.
“I milioni di metri cubi di sabbia e cemento, che la politica siciliana cerca di riversare in Sicilia sotto forma di imponenti strutture alberghiere annesse a campi da golf e porti marina, opere pubbliche obsolete e faraoniche, e speculazioni edilizie attingendo ai fondi per lo sviluppo, ne sono la testimonianza più eclatante” – aggiunge il Direttore Generale di Legambiente Sicilia, Salvatore Granata.
Collegando il tutto è facile arrivare alla conclusione: Cosa Nostra condiziona le scelte edilizie che si fanno sul territorio al fine di intercettare risorse da incanalare nel ciclo del cemento che essa stessa controlla.
Il risultato di questo sistema deviato è sotto gli occhi di tutti: un sistema economico malato e una regione che resta arretrata, nonostante le ingenti risorse finanziarie spese negli anni.
La Calcestruzzi Spa
La Calcestruzzi Spa appartiene al colosso Italcementi Group e controlla le società Cemencal, Eica, Speedybeton e Monviso. È il primo produttore italiano di calcestruzzo preconfezionato ed è presente su tutto il territorio nazionale.La struttura produttiva della società e delle controllate conta 250 impianti di betonaggio, 23 cave e 21 impianti di selezione inerti distribuiti in quasi tutte le regioni italiane (vedi tabella). Il capitale della società è di 138 milioni di euro, il fatturato lordo (2006) è stato di 463,6 milioni di euro, i dipendenti dichiarati sono 779. (tratto da repubblica.it)
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