venerdì 15 febbraio 2008

Sicilia, Noto: sequestrata struttura turistica a San Lorenzo


Legambiente: “Lo ribadiamo da tempo. E’ un’edilizia che deturpa il territorio e non va nell’interesse della collettività e dello sviluppo turistico”

“E’ l’ennesima conferma di quello che ribadiamo da tempo. La proliferazione d’interventi edilizi in un territorio di pregio come quello della provincia di Noto non ha nulla a che vedere con lo sviluppo turistico e l’interesse della collettività che ci vive”.

Così Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente, commenta il sequestro di una struttura turistica in località San Lorenzo disposto dal Comando della Guardia di Finanza di Siracusa, che ha preso spunto da una denuncia del Circolo Legambiente Noto.

Il Circolo aveva a suo tempo contestato l’approvazione da parte del Consiglio Comunale di Noto di una variante al Piano Regolatore che aveva aumentato di circa il 30% la volumetria realizzabile nella zona. L’indagine, tuttora in corso, sta considerando ipotesi di reato connesse alla procedura amministrativa di variante al PRG ed anche presunti illeciti finanziari riconducibili alla gestione dei finanziamenti pubblici e delle società interessate.

Secondo Legambiente infatti, nella provincia di Noto e in tutta la Sicilia, il proliferare di progetti, anche autorizzati, di strutture turistico ricettive in nome dello sviluppo, nascondono in realtà un sistema corrotto di speculazioni che porta ricchezza solo nelle tasche di grandi imprese e gruppi finanziari. Colate di cemento realizzate con i fondi pubblici che in molti casi si sono rivelate coperture al riciclo di denaro sporco e ad altre attività illecite controllate dalla malavita organizzata.

Complice di questo sistema, secondo Legambiente, sarebbe la “legge 488” sui finanziamenti pubblici agevolati che premia i progetti di grandi dimensioni.

Basti pensare l’enorme numero di iniziative avviate a finanziamento per la realizzazione di mega strutture con campi da golf (ben 48), parchi tematici e porticcioli turistici che rischiano di “colonizzare” la Sicilia distruggendo i valori peculiari del territorio e con essi le potenzialità di sviluppo autonomo e sostenibile. Molte delle quali finite nel mirino della Giustizia per violazioni urbanistiche e truffe nella gestione dei finanziamenti.

“E’ molto concreto – conclude Venneri - il rischio che, in assenza di seri programmi di spesa e di una coerente pianificazione territoriale, le risorse destinate allo sviluppo dell'isola finiscano per alimentare il circuito dell’illegalità”.

Tra l’altro Noto, ricorda Legambiente, l’anno scorso ha ottenuto il riconoscimento delle 5 vele della Guida Blu per le straordinarie bellezze della fascia costiera e il patrimonio storico, artistico.