La Sicilia come la Campania. Mentre il Direttore dell'Agenzia Rifiuti Felice Crosta ( con uno stipendio di circa 500 mila euro l’anno), ancora al suo posto sforna circolari e non accenna ad ammettere il fallimento (dimettendosi), nella varie province siciliane continua l'emergenza rifiuti. A Catania, in attesa di un aiuto dall'alto (il Sindaco Stancanelli ha detto: "Berlusconi ci aiuterà"), è già emergenza sanitaria. In diverse strade cittadini esasperati ma incivili e incoscenti del danno diossina, vedendo dalla televisione lo smaltimento campano fai da te di incendiare i rifiuti, hanno dato fuoco ai cumuli di immondizia.
Alla spazzatura e alla diossina si aggiungono le proteste degli operatori ecologici scesi in piazza con tanto di guerriglia urbana e poliziotti in assetto antisommossa.
L´emergenza spazzatura si traduce in un allarme incendi continuo anche nei 22 comuni della provincia di Palermo. Ogni notte bruciano decine di cassonetti e quintali di immondizia che si accumulano in ogni angolo. L'Amia in attesa del suo nuovo presidente è al collasso finanziario.
Le discariche attualmente operative sono 18 in tutto il territorio siciliano. Nel messinese la discarica di Mazzarà , l'unica che serve la provincia, minaccia di chiudere agli Ato per il mancato pagamento; la discarica non può indennizzare il Comune di Mazzarà e il Sindaco annuncia che non potrà pagare gli stipendi dei dipendenti comunali.
Nel frattempo la spazzatura si accumula da giorni nelle strade di diverse cittadine. La capacità complessiva degli impianti attualmente in servizio è di circa 3 milioni di metri cubi di rifiuti. I siciliani ne producono ogni anno 2,6 milioni e in discarica, in considerazione di una raccolta differenziata quasi nulla, ne arrivano 2,4 milioni. Il calcolo sulla durata delle discariche è bello e fatto.
Di raccolta differenziata e costruzione di impianti di selezione e compostaggio non se ne parla, convincendoci sempre più che l'obiettivo del "sistema" sono le discariche (ne sono previste altre 13 ma della durata di 1 anno) e gli inceneritori. Discarica e inceneritori sono sinonimo di soldi, appalti, affari, interessi, movimento terra. Per realizzarli è necessaria la deregulation dell'emergenza come è successo a Napoli.
Le discariche attualmente operative sono 18 in tutto il territorio siciliano. Nel messinese la discarica di Mazzarà , l'unica che serve la provincia, minaccia di chiudere agli Ato per il mancato pagamento; la discarica non può indennizzare il Comune di Mazzarà e il Sindaco annuncia che non potrà pagare gli stipendi dei dipendenti comunali.
Nel frattempo la spazzatura si accumula da giorni nelle strade di diverse cittadine. La capacità complessiva degli impianti attualmente in servizio è di circa 3 milioni di metri cubi di rifiuti. I siciliani ne producono ogni anno 2,6 milioni e in discarica, in considerazione di una raccolta differenziata quasi nulla, ne arrivano 2,4 milioni. Il calcolo sulla durata delle discariche è bello e fatto.
Di raccolta differenziata e costruzione di impianti di selezione e compostaggio non se ne parla, convincendoci sempre più che l'obiettivo del "sistema" sono le discariche (ne sono previste altre 13 ma della durata di 1 anno) e gli inceneritori. Discarica e inceneritori sono sinonimo di soldi, appalti, affari, interessi, movimento terra. Per realizzarli è necessaria la deregulation dell'emergenza come è successo a Napoli.