LA LAV PRESENTA IL “RAPPORTO ZOOMAFIA 2011: EMERGENZA CORSE CLANDESTINE DI CAVALLI, PREOCCUPANTE RIPRESA DEI COMBATTIMENTI CLANDESTINI. “CUPOLA DEL BESTIAME” E SOFISTICAZIONI ALIMENTARI CONFERMANO LA LORO PERICOLOSITA’. FIORENTI IL CONTRABBANDO DI FAUNA ESOTICA E PESCA ILLEGALE. I TRAFFICI DI ANIMALI VIAGGIANO ANCHE SU INTERNET. ANALIZZATI I DATI RILASCIATI DALLE PROCURE: OGNI DUE ORE UN NUOVO FASCICOLO PER REATI CONTRO GLI ANIMALI
Molte centinaia di migliaia di animali ogni anno finiscono la loro vita nelle mani criminali della Zoomafia che muove un giro d’affari illegale di circa 3 miliardi di euro: questa la stima complessiva del fenomeno, che emerge dal Rapporto Zoomafia 2011 redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV. La nuova edizione del Rapporto analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2010.
La Zoomafia si presenta sempre più come un fenomeno parcellizzato tra, purtroppo, ormai “storiche” illegalità - truffe nell’ippica e corse clandestine di cavalli, macellazioni clandestine, abigeato, bracconaggio e pesca illegale, lotte tra cani, business canili - e nuove frontiere criminali: in particolare i traffici di animali via internet e il traffico di cuccioli.
Corse clandestine di cavalli & scommesse: un business da 1 miliardo di euro
12 corse clandestine di cavalli bloccate dalle forze dell’ordine, 129 persone denunciate, 62 cavalli sequestrati: un’emergenza zoomafiosa ancora più impressionante se, oltre ai dati del 2010, si prende in considerazione i fenomeno nel lungo periodo. In tredici anni (1998 al 2010), da quando la LAV ha iniziato a raccogliere i dati per il Rapporto Zoomafia, sono state denunciate 2997 persone, 1032 cavalli sequestrati e 92 corse clandestine bloccate. Cavalli massacrati, macellati, fatti a pezzi e gettati nella spazzatura o uccisi sulla strada dopo una gara illegale. Dietro le corse clandestine di cavalli c’è anche questo, la strage di cavalli morti sulle strade o feriti gravemente a seguito di incidenti e finiti sul posto. Ma cavalli e corse clandestine, viaggiano anche su YouTube: in rete ci sono centinaia di video con le sfide tra cavalli costretti a correre su fondi stradali disagiati. Non solo, molti video hanno addirittura la colonna sonora di canzoni neomelodiche dedicate ai cavalli e alle corse clandestine. Migliaia i contatti.
Il business dei canili e del traffico di cani: 500 milioni di euro
Stabile, confermando l’allarme lanciato da tempo, il business legato alla gestione di canili “illegali” (strutture spesso sovraffollate e inadeguate sotto l’aspetto igienico-sanitario e strutturale) così come il business sui randagi, che garantisce agli sfruttatori di questi animali introiti stimati intorno ai 500 milioni di euro l’anno, grazie a convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili. Nel 2010 sono stati sequestrati numerosi canili abusivi: da Bari a Rieti, da Taranto a Napoli, da Caserta a Messina.
Gli interventi e le operazioni di contrasto contro l’importazione illegale di cuccioli dai paesi dell’Est hanno portato in due anni, solo in base alle notizie di stampa, al sequestro di oltre 1000 cuccioli, centinaia di microchip-trasponditori e libretti sanitari, farmaci, dispositivi medici. L’importazione illegale di cuccioli, infatti, vede attivi gruppi organizzati, che fanno uso di modalità operative raffinate, e che hanno reti di appoggio e connivenza. Intanto sono arrivate le prime sentenze di condanna contro i trafficanti.
La “Cupola del bestiame”: un malaffare da 400 milioni di euro
Falsificazione di documenti sanitari, associazione per delinquere, contraffazione di sostanze alimentari, macellazione clandestina, abigeato, doping: sono solo alcuni dei reati accertati nel corso del 2010 in relazione alla cosiddetta “Cupola del bestiame”, un business stimato in circa 400 milioni di euro che non sfugge al controllo della criminalità organizzata. Parallelo ma contiguo al mercato clandestino di carne, il fenomeno dell’abigeato, il furto di animali da allevamento, che interessa circa 100mila animali l’anno. Mandrie abbandonate e maltrattate, allevamenti sorti su discariche, giovani bufalotti lasciati morire di inedia, animali affetti da brucellosi, bovini spacciati per “razza chianina”, maiali diventati quasi ciechi a causa delle condizioni disumane in cui vivevano, vitelli ammalati abbandonati vicino ai cassonetti dei rifiuti, suini importati spacciati per altoatesini: questi alcuni casi accertati l’anno scorso.
Altro settore di interesse della “Cupola” è quello delle sofisticazioni alimentari. In aumento nel 2010, 102 rispetto ai 75 del 2009, i reati accertati e i controlli effettuati nel corso del 2010 dal Corpo forestale dello Stato nel settore della sicurezza agroambientale ed agroalimentare. Oltre 33mila, invece, le ispezioni effettuate nel settore alimentare dai carabinieri del Nas nel 2010, che hanno portato ad accertare 4451 illeciti penali e 16.140 illeciti amministrativi, nonché alla denuncia di 2472 le persone di cui 47 arrestate. Galline macellate in un garage, circa 40mila uova conservate tra i rifiuti, 9 tonnellate di formaggi trovati a stagionare in uno stabilimento abusivo, bovini “gonfiati” con sostanze anabolizzanti, tonnellate di carne anonima, priva cioè di rintracciabilità, sono tra i casi accertati nel 2010.
Il contrabbando di Fauna e la biopirateria: 500 milioni di euro
Il traffico di animali e piante rare non si ferma, anzi, secondo l’ultimo rapporto del servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato, sarebbe addirittura in aumento. Sono stati più di 41.000 i controlli in Italia nel 2010, di cui 1.500 sul territorio nazionale e 39.000 in ambito doganale: sebbene in leggera diminuzione rispetto al 2009, hanno portato a un incremento nei sequestri pari al 90% in più rispetto all’anno precedente, per un valore complessivo di 2 milioni e 950.000 euro. I sequestri hanno riguardato zanne di elefante, statuine e addirittura un completo d’arrosto con manici in avorio, caviale importato di frodo, serpenti velenosi, giacche in pelle di pitone, farmaci e creme cinesi con estratti di animali protetti, pomate a base di cistifellea di orso contro le infiammazioni muscolari, cavallucci marini essiccati per sconfiggere l’impotenza, giubbotti fatti con la pelliccia di procione, tartarughe, bertucce tenute in casa e tantissimi altri oggetti e animali.
Il bracconaggio continua a manifestare la sua pericolosità: traffici di armi rubate o clandestine, resistenza e minacce agli organi di vigilanza, attentati incendiari alle auto di servizio. L’abbattimento o la cattura di specie particolarmente protette è diventato un fenomeno pericolosamente diffuso. Senza tregua il traffico di fauna selvatica nei mercati abusivi di Ballarò a Palermo e di Via Brecce a Sant’Erasmo di Napoli, dove ogni settimana vengono venduti centinaia di uccelli). Ricco anche il mercato di animali morti: la vendita di animali imbalsamati e il traffico di fauna per l’alimentazione umana, muovono un giro d’affari di circa 5 milioni di euro.
Combattimenti tra animali: un crimine da 300 milioni di euro
Si chiamano Otello e Jack, sono due pit bull e sono stati sequestrati nel corso di un combattimento. Sedici persone identificate e due denunciate. Nel 2010 si sono registrati, dopo alcuni anni, segnali di ripresa della cinomachia e, oltre al combattimento interrotto, sono stati trovati cani feriti abbandonati e cani morti che presentavano ferite da lotta. Il fenomeno, pur avendo perso i connotati dell’emergenza zoomafiosa che aveva una decina di anni fa, resta preoccupante e richiede attenzione investigativa.
Uso di animali a scopo intimidatorio, droga
Aumenta il censimento dei casi di animali utilizzati a scopo intimidatorio, un fenomeno di difficile catalogazione e prevenzione. Cani aizzati contro le persone o per commettere rapine, agnelli sgozzati, teste di capretto spedite a scopo intimidatorio, cavalli uccisi per ritorsione, cani impiccati per minacciare o per vendetta, pit bull utilizzati per fare la guardia alla refurtiva, addirittura un pitone albino di tre metri per nascondere cocaina purissima e minacciare i rivali. I canali del traffico di stupefacenti, poi, si intrecciano spesso con quelli del commercio di animali, o parti di essi, destinati al consumo umano, o quelli del traffico di specie protette: droga trasportati in autoarticolati per il trasporto di carne macellata, hashish trasportata insieme a carne destinata a diventare crocchette per cani, questi alcuni casi scoperti nel 2010.
“Malandrinaggio” di mare: un malaffare da 300 milioni di euro
Il mare saccheggiato da organizzazioni criminali dedite alla pesca di frodo con esplosivi, alla raccolta di datteri e ricci di mare destinati al mercato clandestino di ristoratori e consumatori compiacenti, alla pesca illegale di tonno rosso. Conferma la sua gravità la raccolta abusiva di vongole nella laguna di Venezia: decine i sequestri e le persone denunciate. Nel business del pesce non manca l’infiltrazione della mafia o della camorra che, come diverse inchieste hanno accertato, gestiscono società operanti nel settore ittico. La pesca di frodo con bombe continua ad essere pericolosamente praticata in alcune regioni, come in Campania e Puglia. Fino a qualche anno fa si trattava di piccole cariche di tritolo sottratto alle cave, o polvere di qualche residuato bellico. Attualmente i “criminali del mare” preparano le bombe usando un esplosivo denominato ANFO (dall’inglese “Ammonium Nitrate Fuel Oil”), miscela di materiali facilmente reperibili sul mercato: nitrato di ammonio (fertilizzante) e gasolio. Gli effetti sono devastanti.
Pangasio spacciato per filetto di cernia, pollak per merluzzo, squalo smeriglio al posto di pesce spada, pesce importato dal Sud Est asiatico e smerciato con etichettature errate; pesce decongelato venduto fraudolentemente come fresco, mancanza di etichettatura e tracciabilità: questi alcuni casi di sofisticazione del pesce accertati l’anno passato, ma anche cattivo stato di conservazione, cozze contaminate da biotossine, meduse raccolte tra i bagnanti per rifornire ristoranti cinesi, pesce in avanzato stato di decomposizione destinato al mercato della grande distribuzione, addirittura seimila confezioni di provenienza cubana di tonno scaduto da oltre otto anni.
La Zoomafia viaggia anche su internet
Nell’era digitale anche il commercio di piante e animali esotici, le scommesse, le truffe e la violenza contro gli animali passano attraverso il web: farsi recapitare un animale in via di estinzione o scommettere su corse clandestine, o ancora, mostrare a migliaia di persone i propri trofei, non è poi così difficile, bastano computer, connessione a internet, carta di credito. I numeri sono allarmanti. I principali modi di utilizzo di internet per attività illegali contro gli animali sono, la diffusione di immagini e video relativi ad uccisioni e atti di violenza contro animali, il commercio e traffico di animali, la raccolta di scommesse su competizioni tra o di animali, la promozione di attività illegali a danno di animali, le truffe e raggiri con uso fittizio di animali. La diffusione di immagini e video riguarda diverse tipologie di maltrattamenti che vanno dall’uccisione gratuita (es. animali dati a fuoco, lanciati da edifici, scuoiati vivi, ecc.) al maltrattamento violento (animali picchiati, feriti, appesi, usati come bersaglio, ecc.) a fenomeni più complessi come il crush fetish, i combattimenti tra animali, le corse clandestine di cavalli, la zooerastia.
“I reati contro gli animali sono sempre più spesso reati associativi, ovvero perpetrati da gruppi di individui organizzati tanto che alcune tipologie di maltrattamento - si pensi alle corse clandestine, al traffico di cuccioli o ai combattimenti -, sono intrinsecamente consociative e trovano la loro consumazione solo sotto forma di evento programmato e organizzato - sostiene il dottor Ciro Troiano, criminologo, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV e autore del Rapporto – Questo nuovo Rapporto conferma un dato ormai acquisito: nella questione criminale, intesa nella sua accezione più ampia, rientrano pienamente condotte delinquenziali che usano gli animali come strumento per giungere a introiti e proventi illeciti. Pertanto, per contrastare questi fenomeni occorre una visione strategica unitaria dei vari aspetti dell’illegalità zoomafiosa e sviluppare più intense sinergie informative e operative tra gli organismi deputati al controllo e alla repressione. Sul piano legislativo - continua Troiano - sarebbero opportuni provvedimenti ad hoc contro le corse clandestine, fenomeno allarmante soprattutto per le connessioni con la criminalità organizzata”.
I dati delle Procure: ogni due ore un nuovo fascicolo per reati a danno di animali
Anche questa’anno l’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV ha chiesto a tutte le 165 Procure Ordinarie e alle 29 presso il Tribunale per i Minorenni, i dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2010 e al numero di indagati per reati a danno animali, segnatamente per i seguenti reati: uccisione di animali (art. 544bis cp), maltrattamento di animali (art. 544ter cp), spettacoli e manifestazioni vietati (art. 544quater cp), combattimenti e competizioni non autorizzate tra animali (art. 544quinquies cp), uccisione di animali altrui (art. 638 cp), abbandono e detenzione incompatibile (art. 727 cp) e, infine, reati venatori (art. 30 L. 157/92). Le risposte sono arrivate da oltre il 43% delle Procure (si registra una leggera flessione rispetto all’anno precedente dove la percentuale era quasi del 50%), in modo particolare da 67 Procure Ordinarie, su un totale di 165, pari ad oltre il 40% del totale e da 17 Procure presso i Tribunali per i Minorenni su un totale di 29, pari ad oltre il 58% del totale. Il numero dei procedimenti sopravvenuti nel 2010 per reati a danno degli animali per il campione del 40% delle Procure è di 2160. Partendo da questo dato e proiettandolo a livello nazionale è possibile stabilire con una stima per difetto che nelle Procure d’Italia si aprono circa dodici fascicoli al giorno per reati a danno di animali, uno ogni dure ore.
“E’ opportuno ricordare - continua Troiano - che il numero dei reati ufficiali rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti. Molti reati, infatti, pur essendo stati commessi restano, per motivi vari, nascosti e non vengono registrati. Naturalmente, la quota di reati nascosti sul totale di quelli reali - il cosiddetto numero oscuro - varia a seconda del tipo di reato, soprattutto in funzione della sua gravità. Il reato di maltrattamento di animali per sua natura ha un numero oscuro altissimo. Un altro aspetto da considerare è che in generale sono di più i reati denunciati a carico di ignoti che quelli registrati a carico di autori noti. Se si considera poi che, notoriamente, i processi celebrati che arrivano a sentenza sono poco meno del 30 per cento, e di questi solo la metà si concludono con sentenza di condanna, i crimini contro gli animali che di fatto vengono puniti con sentenza sono solo una minima parte rispetto a quelli realmente consumati – conclude Troiano”.
Si registrano 1326 procedimenti sopravvenuti nel 2010 in 67 Procure Ordinarie, per i reati di uccisione, maltrattamento e detenzione di animali in condizioni incompatibile con la loro natura. Nel 2009 erano 1693 i procedimenti registrati, ma in un numero maggiore di Procure, 80.
Ancora una volta dobbiamo mettere in evidenza la stridente differenza tra i procedimenti penali sopravvenuti e i casi di abbandono di animali. Il reato di abbandono di animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività, punito dal primo comma dell’art.727 cp, mira a reprimere un fenomeno che coinvolge, secondo stime ufficiali, circa 130mila animali l’anno. Nel 2010 sono sopravvenuti complessivamente 366 procedimenti penali per l’art.727 cp, (dati riferiti, come detto, al 40% delle Procure Ordinarie). Se si considera che l’articolo 727 cp punisce anche la detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e non solo l’abbandono di animali, il numero dei casi di abbandono denunciati risulta davvero insignificante. Si tratta sicuramente di una risposta repressiva inefficace e per nulla dissuasiva per un reato così diffuso.
Discorso simile per l’analisi del reato di uccisione di animali, punito dall’art. 544bis del codice penale.
“Reati virtuali o fantasma”
Si conferma l’esistenza dei “reati virtuali o fantasma” ovvero di reati che esistono solo di fatto ma che vengono contestati raramente, sempre in base al campione del 40% delle Procure. E’ il caso degli articoli 544quater cp, spettacoli e manifestazioni vietati, per il quale risultano 5 procedimenti sopravvenuti (erano 8 nel 2009), e 544quinquies cp, combattimenti e competizioni non autorizzate tra animali per il quale i procedimenti sopravvenuti sono 3 (5 nel 2009). Non si tratta di reati qualsiasi, ma quelli che puniscono gli spettacoli vietati che fanno uso di animali, i combattimenti tra animali e le corse clandestine di cavalli.
I reati più diffusi
I reati più diffusi sono quelli previsti dalla normativa sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, art. 30 della legge 157/92. In totale 692 procedimenti per 830 indagati sempre per relativo al 40% delle Procure Ordinarie. Si tratta di fattispecie diverse non riconducibili tutte, stricto sensu, all’attività venatoria, poiché sono compresi, oltre ai classici reati commessi nella caccia o nel bracconaggio, anche i reati di vendita e commercio di fauna selvatica, di detenzione di specie particolarmente protette, di detenzione di animali appartenenti alla tipica fauna stanziale alpina della quale è vietato l’abbattimento, di detenzione di specie nei cui confronti la caccia non è consentita o di fringillidi in numero superiore a cinque.
La geografia dei crimini contro gli animali
La tabella dei dati pervenuti dalle Procure Ordinarie ci dà uno spaccato reale dei reati contro gli animali accertati sul territorio nazionale e ci consente anche un’analisi della distribuzione geografica dei crimini contro gli animali. Stilando una classifica dei reati in esame, dai dati arrivati si evince che la Procura con meno procedimenti per reati contro gli animali è quella di Mondovì (CN) con solo 1 procedimento per maltrattamento di animali. Seguono quelle di Castrovillari (CS), con solo 1 procedimento per maltrattamento e 8 per reati venatori; Vercelli con solo 2 procedimenti per maltrattamento e 2 per abbandono e detenzione incompatibile; Nicosia (EN) con 3 procedimenti per abbandono e detenzione incompatibile e 3 per reati venatori; Aosta con solo 6 procedimenti per uccisione e 8 per maltrattamento. La Procura con il maggior numero di procedimenti sopravvenuti nel 2010, sempre in base al campione del 40% analizzato, è quella di Bergamo, con ben 73 procedimenti per uccisione di animali, 31 per maltrattamento, 34 per abbandono e detenzione incompatibile e 67 per reati venatori. Ciò non vuol dire, ovviamente, che in quella provincia si maltrattino più animali, ma solo che sono stati aperti più fascicoli. Infine, nessuna procura presenta procedimenti sopravvenuti per tutti i 7 reati analizzati, mentre ad Avezzano (AQ), Caltanissetta, Pinerolo (TO) e Torino sono in corso inchieste relative a sei dei sette reati analizzati.
Per quanto riguarda i dati delle Procure presso i Tribunali per i Minorenni, si registra una significativa diminuzione sia dei procedimenti sopravvenuti che dei minori denunciati. Si sono registrati nel 2010, infatti, 14 procedimenti con 16 indagati, mentre nel 2009 i procedimenti registrati erano 49 e 65 gli indagati. Il dato è ancora più significante se si considera che rispetto al 2009 sono stati analizzati i dati di una Procura in più.
2 novembre 2011
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