tratto da Corriere della Sera del 13 ottobre 2011
Fanno parte del patrimonio 430 immobili, 9 società, 5 motopescherecci e 3 yacht di lusso, 26 mezzi agricoli pesanti, 13 autovetture e centinaia di rapporti bancari
MESSINA - Secondo gli inquirenti avrebbero costituito un impero reciclando il denaro sporco delle cosche messinesi, in particolare il clan Spartà. È questa l'accusa mossa agli imprenditori Angelo e Sarino Bonaffini e ai fratelli Gaetano e Domenico Chiofalo ai quali oggi la polizia ha sequestrato beni per circa 450 milioni di euro. Gli imprenditori operavano in particolare nella compravendita di pesce, nell'edilizia, nella ristorazione e nel settore alberghiero. Gli investigatori hanno scoperto in un'intercettazione che i Bonaffini avrebbero avuto un ruolo anche nel traffico di stupefacenti, utilizzando la loro azienda ittica come paravento.
Per reinvestire in attività lecite il denaro sporco avrebbero utilizzato alcuni prestanome. Gli inquirenti hanno poi sottolineato che i due gruppi erano riusciti ad espandersi nel settore edilizio, grazie anche al sostegno dei clan e a legami con funzionari amministrativi e politici locali. In particolare Sarino Bonaffini, di fronte a impedimenti amministrativi ai suoi progetti, avrebbe distribuito «mazzette» per migliaia di euro a politici e funzionari. Nell’operazione sono stati sequestrati dagli inquirenti 430 abitazioni, tre yachts, 9 società e relativi patrimoni aziendali, costituiti da ristoranti un complesso edilizio in corso di costruzione, un mercato e un allevamento ittico, una flotta navale costituita da 5 motopescherecci 26 mezzi pesanti, 13 auto e diversi centinaia di rapporti bancari. Rientra fra i beni sequestrati anche un terreno a Castel Gandolfo, luogo di residenza estiva del Pontefice. Il decreto di sequestro riguarda le società Pescazzurra srl, Immobil tre srl, C&B immobiliare srl, B&C costruzioni srl, Metropoli srl, Villa Gaia srl, Bed and Breakfast residence, imprese individuale Pesce spiaggia e fantasia, Mare d’Amare. Soddisfazione è stata espresso dal questore di Messina Carmelo Gugliotta «per il lavoro della squadra mobile che in diversi anni ha ricostruito l’impero criminale degli imprenditori e i loro legami con i clan». «Si tratta di un'importantissima operazione - ha osservatore anche il procuratore di Messina, Guido Lo Forte - che riesce a ristabilire le normali regole di mercato in settori dove i gruppi imprenditoriali Bonaffini e Chiofalo avevano ormai una posizione quasi monopolistica». Anche il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso si è complimentato con gli inquirenti messinesi per la brillante operazione.
Gianluca Rossellini
13 ottobre 2011