Realizzavano laterizi miscelando creta e parte di rifiuti speciali provenienti da una discarica di cui era proprietaria. Sono queste le accuse contestate dagli investigatori ad una società che opera a Paternò. Oltre all'argilla sarebebro stati introdotti nella miscelazione consistenti quantitativi di rifiuti speciali provenienti da industrie petrolchimiche. Il ciclo produttivo veniva quindi, condotto in difformità alle autorizzazioni e senza i necessari accorgimenti, avrebbe provocato seri pericoli di contaminazione dei suoli. Per questi motivi l'impianto è stato sequestrato dagli uomini della Forestale.
All'interno dell'impianto non mancava niente, tanto che sono stati scoperti numerosi bovini che pascolavano liberamente alimentandosi anche dei rifiuti sparsi sulla superficie del terreno.
«Purtroppo da quella data ad oggi l'attività di trattamento dei rifiuti ha determinato, oltre al deterioramento ambientale di un'area sottoposta a tutela, fenomeni di inquinamento e gravi rischi per la stessa salute pubblica - sottolinea Legambiente -. Va inoltre ricordato che l'impianto sequestrato dista poche centinaia di metri dal fiume Simeto, in questo tratto tutelato da un altro Sito di importanza Comunitario ("Pietralunga del fiume Simeto – Ita070025"). A giudizio di Legambiente è inaccettabile che impianti di questo genere vengano realizzati all'interno di un contesto ambientale di grande interesse naturalistico e dove sono presenti coltivazioni agricole di pregio.