venerdì 21 marzo 2008

Paternò: Mattoni a base di rifiuti tossici

Realizzavano laterizi miscelando creta e parte di rifiuti speciali provenienti da una discarica di cui era proprietaria. Sono queste le accuse contestate dagli investigatori ad una società che opera a Paternò. Oltre all'argilla sarebebro stati introdotti nella miscelazione consistenti quantitativi di rifiuti speciali provenienti da industrie petrolchimiche. Il ciclo produttivo veniva quindi, condotto in difformità alle autorizzazioni e senza i necessari accorgimenti, avrebbe provocato seri pericoli di contaminazione dei suoli. Per questi motivi l'impianto è stato sequestrato dagli uomini della Forestale.

All'interno dell'impianto non mancava niente, tanto che sono stati scoperti numerosi bovini che pascolavano liberamente alimentandosi anche dei rifiuti sparsi sulla superficie del terreno.

Sulla vicenda è intervenuta PaternòLegambiente che esprime viva soddisfazione per il sequestro dell'area di località Cannizzola, eseguito dal Corpo Forestale su disposizione della Procura della Repubblica di Catania. Già nell'agosto del 2006, Legambiente aveva denunziato che all'interno dell'area oggetto del sequestro venivano trattati rifiuti non meglio identificati. Nell'occasione era stato rilevato che l'area veniva utilizzata come cava di argilla e che l'autorizzazione della cava (il 13 agosto 2002) era stata rilasciata successivamente alla data di individuazione del Sito di importanza comunitario "Contrada Valanghe – Ita 060015", entro il quale l'area ricade.
«Purtroppo da quella data ad oggi l'attività di trattamento dei rifiuti ha determinato, oltre al deterioramento ambientale di un'area sottoposta a tutela, fenomeni di inquinamento e gravi rischi per la stessa salute pubblica - sottolinea Legambiente -. Va inoltre ricordato che l'impianto sequestrato dista poche centinaia di metri dal fiume Simeto, in questo tratto tutelato da un altro Sito di importanza Comunitario ("Pietralunga del fiume Simeto – Ita070025"). A giudizio di Legambiente è inaccettabile che impianti di questo genere vengano realizzati all'interno di un contesto ambientale di grande interesse naturalistico e dove sono presenti coltivazioni agricole di pregio.