domenica 25 gennaio 2009

Reati ambienteli: pugno duro dell'UE

La Comunità Europea ha deciso di mostrare i pugni contro i reati ambientali. La Direttiva 2008/99/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 sulla tutela penale dell’ambiente istituisce un elenco minimo di reati ambientali gravi che dovranno essere considerati fatti penalmente rilevanti in tutta l 'Ue qualora siano commessi intenzionalmente o per grave negligenza.
Gli Stati Membri potranno stabilire norme penali più stringenti, ma comunque tipologia ed entità delle sanzioni, fissate a livello nazionale, dovranno essere effettive, proporzionate e dissuasive. Ad essere colpite saranno anche le persone giuridiche per i quali la legge dovrà stabilire le responsabilità.
Ciascuno dovrà adottare le misure necessarie per rendere penalmente perseguibili le attività che danneggiano l’ambiente (qualità dell’aria, suolo, acqua, fauna e flora). Gli Stati membri avranno tempo fino al 26 dicembre 2010 per conformarsi alle disposizioni europee.

Secondo il Rapporto Ecomafia 2008 si sono verificati 86 reati ambientali al giorno, circa 3 all’ora. Le ecomafie fatturano complessivamente 18 miliardi e 400 milioni di euro e tutti i dati rilevati riportano (purtroppo) segno positivo relativamente a illeciti accertati (27% ), persone denunciate (10%) e sequestri effettuati (19%). L’aumento dei reati accertati è probabilmente dovuto all’entrata in vigore dell’articolo 260 del Codice dell’Ambiente, che ha introdotto il delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti.