mercoledì 4 febbraio 2009

OPERAZIONE "VIVAIO", CHIUSURA INDAGINI

I sostituti procuratori, della Dda Giuseppe Verzera, della procura di Barcellona Francesco Massaro, hanno chiuso, per trenta indagati, le indagini relative alla Operazione Vivaio, l'operazione antimafia portata a termine dai Carabinieri nell'aprile 2008.

Furono quindici le ordinanze di custodia cautelare notificate dagli investigatori dell'Arma, altri trenta gli indagati, tutti, a vario titolo, accusati di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamenti e detenzione illegale di armi. 

Le indagini condotte dal R.O.S. avevano documentato le infiltrazioni di un gruppo criminale affiliato alla famiglia mafiosa di Barcellona negli appalti pubblici del messinese, tra i quali i lavori per la metanizzazione dei Nebrodi ed il raddoppio feroviario della tratta Messina-Palermo.

Tra gli interessi illeciti del sodalizio anche l’indotto relativo alla gestione delle due discariche più importanti dell’area, che smaltiscono i rifiuti solidi urbani e speciali dell’intera provincia.

A tal proprosito, l'infiltrazione mafiosa avrebbe riguardato soprattutto la gestione delle discariche. Fra le altre attività controllate dai capiclan Tindaro Calabrese e Carmelo Salvatore Trifirò, subentrati al precedente boss Carmelo Bisognano, in carcere dal 2003, anche appalti relativi ai lavori di ripristino della galleria di Valdina sulla tratta ferroviaria ed autostradale Messina Palermo, all'installazione delle fibre ottiche in molti comuni della provincia ed allo smaltimento di rifiuti speciali, derivanti dalla lavorazione degli agrumi.

I "mazzarroti" incassavano i soldi erogati per lo smaltimento per poi gettare altrove i rifiuti o, in alternativa, rivenderli spacciandoli per fertilizzante.

Calabrese e Trifirò, approfittando della permanenza in carcere di Bisognano, avevano tentato di sostituirsi a lui nel controllo degli appalti di numerose opere pubbliche. Per farlo avevano anche chiesto l'aiuto del clan catanese dei Santapaola.

Fra gli atti intimidatori messi a segno dal nuovo clan, rientrerebbero anche le 7 betoniere bruciate, appartenenti alla società “Mediterranea Costruzioni srl”, impegnata nei lavori sulla Messina-Palermo. Collegato con i traffici di Trifirò e Calabrese, secondo gli inquirenti, anche l'omicidio dell’impreditore Antonino Rottino il 22 agosto 2007.

Oggi l'avviso di conclusione indagini per trenta indagati, siglati, oltre che per Calabrese, Bisognano e Trifirò, per: Santi Bonanno, BartoloBottaro, Antonino Calcagno, Agostino Campisi, Salvatore Campisi, SalvatoreCampanino, Alfio Castro, Maria Luisa Coppolino, Zamir Dajcaj, Enrico Fumia, Salvatore Fumia, Aurelio Giamboi, Cristian Giamboi, Sebastiano Giambò, GiacomoLucia, Massimo Manna, Enzo Marti, Roberto Martorana, Aldo Nicolà Munafò,Vincenzo Munafò, Roberto Ravidà, Michele Rotella, Stefano Rottino, ThomasSciotto, Innocenzo Sinatra, Nunziato Siracusa, Carmelo Salvatore Trifirò, GiuseppeTriolo.  

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