Riaperta la pesca al novellame. Ulteriore impoverimento della fauna ittica già sotto stress per mutamenti climatici e inquinamento. Non comprare e non consumare novellame. Dichiarazione di Salvatore Granata, direttore Legambiente Sicilia
Puntuale come sempre arriva dalla Regione l’autorizzazione alla pesca del novellame in Sicilia.
“E’ un provvedimento sbagliato - dichiara Salvatore Granata, direttore Legambiente Sicilia - e per certi versi irresponsabile. Invece, l’Assessore regionale alla pesca l’ha annunciato con un’enfasi chiaramente fuori luogo. Il Mediterraneo è un mare che si sta impoverendo rapidamente: secondo alcune stime lo stock di sardine, nel Canale di Sicilia, sarebbe diminuito, negli ultimi cinque anni, del 70 per cento. Le cause sono diverse, ma tutte concorrono a distruggere la fauna ittica: i mutamenti climatici e gli indotti fenomeni di tropicalizzazione e di meridionalizzazione del mare nostrum; l’inquinamento, l’eccessivo sforzo di pesca. La pesca del novellame è insostenibile perché fa incetta dei giovanili di varie specie e spezza la catena alimentare. Il massiccio impegno di flotte pescherecce aggressive ed organizzate, che dispongono di mezzi tecnologici moderni, produce conseguenze gravissime sulla piccola pesca locale e scarica sui consumatori i costi diretti e indiretti di una gestione irrazionale e clientelare del settore. Basti pensare – continua Granata - alle impennate dei prezzi del pescato causate dalla riduzione del prodotto oppure ai contributi pubblici per un’indennità di fermo biologico che, paradossalmente, non risparmia il novellame. Ma, a dispetto di ragioni scientifiche o semplicemente dettate dal buon senso, ogni anno arriva puntuale un’autorizzazione regionale che apre la stagione al massacro. Evidentemente, le lobbie della pesca, in quanto organizzate, pesano molto più di un’opinione pubblica consapevole dello scempio che si compie, ma purtroppo disorganizzata ed incapace di pesare politicamente. L’unica via che resta è quella di non comprare per casa e di non consumare al ristorante il novellame pescato. Una scelta di responsabilità da parte di quella maggioranza disorganizzata – conclude Granata – che, giustamente, si indigna nel vedere distruggere risorse ittiche preziose, per drogare un settore che dovrebbe, invece, contribuire a qualificare la nostra offerta territoriale”.
Il decreto