venerdì 13 febbraio 2009

Veleni d'Italia

Amianto. Piombo. Diossine. Idrocarburi. Il rischio sostanze tossiche colpisce un quarto della popolazione. Spese negli anni cifre da capogiro. Ma spesso le bonifiche non sono neanche partite.
L'inchiesta de L'Espresso su chi avvelena l'Italia




Abstract: Il caso Sicilia

Anche a Gela, Priolo e Augusta, in Sicilia, i poli industriali che minacciano da decenni la salute di centinaia di migliaia di persone definiscono, immutabile, il panorama della costa. Finora, nonostante gli studi sull'aumento di tumori e malformazioni, nessuno ha mosso una foglia.

A Gela sono stati spesi 15 milioni di soldi pubblici, messi a disposizione nei primi anni '90. Con il gruzzolo è stata portata a norma qualche discarica ed è stata restaurata la caserma dei pompieri. "Peccato che per bonificare la mia città serva un miliardo", spiega il sindaco Rosario Crocetta: "Il petrolchimico ha invece investito 150 milioni di tasca propria per riciclare l'acqua di falda, grazie a un accordo con noi. È inutile aspettare lo Stato, bisogna applicare il principio che chi inquina, paga".

Il caso della vicina Priolo fa da monito: in vent'anni, nonostante gli accordi quadro del 1990 che stanziavano ben 100 miliardi di lire, sono stati effettuati interventi tampone per 5 milioni di euro, circa il 10 per cento del totale. Restano i veleni degli impianti dismessi, mentre le fabbriche funzionanti continuano ad inquinare. "Quelle zone sono state usate anche come pattumiera illegale di rifiuti tossici" chiosa l'assessore regionale all'Industria Pippo Gianni: "C'è il sospetto che la criminalità abbia interrato centinaia di fusti di materiale radioattivo scarto della sanità lombarda. Tra Lentini, Carlentini e Francofonte è lievitato il tasso di leucemie infantili".

Se finora non è stato rimosso un solo bidone, Gianni punta sull'ennesimo accordo di programma firmato a novembre. I finanziamenti come sempre sono faraonici: 776 milioni di euro, di cui 200 a carico dei privati. Molti gli scettici, ma qualche inguaribile ottimista giura che questa è la volta buona. Come recita il proverbio, chi vivrà, vedrà.

L'articolo integrale

Guarda il video