di Leonardo Orlando
Si è aperto ieri dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Barcellona Maria Tindara Celi, il processo agli ex amministratori e revisori dei conti dell'Ato Me 2, coinvolti nell'inchiesta sui falsi in bilancio del 2005 e del 2006 causati dai cosiddetti conti truccati utilizzati in questi anni nella gestione dei rifiuti di 38 Comuni, da Villafranca a Brolo. In apertura di udienza 26 Comuni su un totale di 38 indicati come parti danneggiate, hanno chiesto di costituirsi parte civile. Ai 26 Comuni si è aggiunta Legambiente regionale, l'unica associazione ambientalista delle tante scese in campo in questi anni contro gli Ato, che ha deciso di condurre fino in fondo la battaglia legale costituendosi parte civile contro ogni tipo di malaffare nella gestione dei rifiuti in Sicilia.
Nove gli imputati finiti sotto processo con l'accusa di falso in bilancio e sono: l'presidente dell'Ato Me 2 Andrea Paratore, 62 anni di Falcone, l'amministratore delegato Santi Gangemi, 60 anni di Monforte San Giorgio, gli ex consiglieri di amministrazione, Antonino Trimboli, 67 anni, di Milazzo, già coinvolto e poi assolto nell'inchiesta sull'affidamento alla Cooplat del servizio di igiene ambientale nella Città del Capo; Carmelo Pantè, 67 anni di Messina, Mario Mellina, 45 anni di Milazzo. Della stessa accusa di falso in bilancio sono accusati l'ex presidente del collegio dei revisori dei conti Vincenzo Scibilia, 49 anni di Taormina; i sindaci effettivi Orazio Antonio Russo, 49 anni di Sant'Agata Militello e Nino Manetto, 63 anni di Caronia. Tra gli indagati anche il presidente del consiglio di amministrazione della società di revisione contabile "Trirevi srl" Francesco Vulpetti, 48 anni di Erice che aveva certificato la correttezza del bilancio. I Comuni che ieri hanno depositato la richiesta di costituzione di parte civile, sulla cui ammissione si deciderà nell'udienza del prossimo 11 giugno, sono stati il Comune capofila di Barcellona, azionista di maggioranza relativa dell'Ato Me 2, con in testa il sindaco Candeloro Nania e nell'ordine di presentazione i Comuni di Roccavaldina, Pace del Mela, Gualtieri Sicaminò, San Pier Niceto, Torregrotta, Venetico, San Filippo del Mela, Novara di Sicilia, Fondachelli Fantina, Spadafora, Sant'Angelo di Brolo, Patti, Castroreale, Rometta, Saponara, Basicò, Santa Lucia del Mela, Valdina, Mazzarrà Sant'Andrea, Monforte San Giorgio, Rodì Milici, Librizzi, Condrò, Montalbano Elicona e Falcone. Tra i 12 Comuni che non hanno chiesto di costituirsi parte civile primeggia quello di Milazzo, secondo per numero di azioni dopo Barcellona, che tante contestazioni aveva avanzato sulla controversa gestione dell'Ato. Ai Comuni che hanno chiesto di costituiti parte civile si aggiunge anche Legambiente regionale. Il collegio dei difensori dei nove imputati, gli avv. Francesco Chillemi, Fabrizio Formica, Pinuccio Calabrò e l'avv. Luigi Autru Ryolo, hanno chiesto al giudice di poter esaminare gli atti con i quali i Comuni hanno deciso di costituirsi parte civile per verificarne la fondatezza delle domande di ammissione e la legittimità. Il giudice ha così aggiornato il processo al prossimo 11 giugno. L'inchiesta sul falso in bilancio portata a termine dalla Guardia di finanza della compagnia di Milazzo e della tenenza di Barcellona, evidenzierebbe i compensi esorbitanti agli amministratori, con i bilanci in rosso ancor prima dell'inizio della normale gestione. Nell'inchiesta è stato invece archiviata la posizione del consulente esterno, il commercialista Vittorio Spada, di Barcellona, difeso dall'avv. Francesco Chillemi. Fonte: Gazzetta del Sud del 20 maggio 2010 |