martedì 8 gennaio 2008

Cuffaro: Termovalorizzatori unica soluzione, lo dice pure Realacci

di Tiziano Granata

"I termovalorizzatori restano l'unica valida soluzione all'emergenza rifiuti, in Sicilia come in Campania e le posizioni espresse ieri dal presidente onorario di Legambiente, Ermete Realacci, non fanno altro che confermare la bonta' della nostra scelta''. Lo afferma il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro.


''Ho molto apprezzato - dice Cuffaro - sentirgli dire che i termovalorizzatori inquinano meno di una strada trafficata . Sono le cose che andiamo dicendo da sempre e che ci hanno portato a prevedere nel nostro piano rifiuti, gia' approvato dall'Unione europea, la realizzazione dei quattro impianti di Paterno', Augusta, Casteltermini e Bellolampo''.

''Mi stupisce semmai - prosegue il presidente - constatare come proprio gli amici di Legambiente dell'onorevole Realacci siano impegnati, qui in Sicilia, ad organizzare continue manifestazioni di piazza per manifestare il loro dissenso a tali progetti e diffondere irresponsabilmente tra la gente paure assolutamente ingiustificate''.
Questo è quanto ha esternato il Governatore della Sicilia.
Un goffo tentativo per darsi ragione tanto che "dimentica" di completare il concetto di Ermete Realacci: "Il ricorso ai termovalorizzatori è giusto se fatto nell'ambito di un processo di riduzione e riciclaggio dei rifiuti".
"Ma il termovalorizzatore - precisa Realacci - non è la soluzione al problema se si saltano gli altri anelli della catena".
In Sicilia il Piano di Gestione dei Rifiuti, del Governatore Cuffaro e del suo delfino Avv. Felice Crosta, di anelli della catena ne ha saltati tanti.
La raccolta differenziata è al 6 - 7 %. La pretesa è quella di voler realizzare, invertendo le priorità, prima gli inceneritori, tanto alla raccolta differenziata poi si pensa. Ma non solo. Il Piano di Gestione dei Rifiuti di inceneritori ne prevede quattro. In un sistema di gestione efficiente, negli inceneritori dovrebbero finirci solo i rifiuti indifferenziabili, cioè quelli che non possono essere recuperati. Ebbene in Sicilia il mondo gira diversamente. I quattro inceneritori vengono progettati per smaltire oltre il 100 % dei rifiuti prodotti.
Il principio è semplice: più rifiuti bruci, più guadagni e per garantire questo principio il piano rifiuti ha pensato bene di mette un freno alla raccolta differenziata che non può andare oltre il 40%. Chi è troppo virtuoso paga il dazio. Il rischio reale è che in Sicilia sono state create ad hoc le stesse condizioni che hanno fatto sprofondare sotto i rifiuti la Campania, il tutto nel nome del business.