Tra gli interessi illeciti del gruppo criminale affiliato alla cosca mafiosa di Barcellona vi sarebbe anche il business che ruota intorno alla gestione delle discariche di rifiuti solidi urbani di Mazzarà S. Andrea e Tripi, le più importanti dell'intera provincia di Messina. L’operazione “Vivaio” è l’ennesima conferma dell’ingerenza di Cosa Nostra nel business degli appalti pubblici ed in particolare dell’interesse nella gestione del business del secolo: i rifiuti. Le precedenti inchieste giudiziarie e i processi, hanno più volte dimostrato la presenza delle cosche messinesi nell’affare rifiuti ed in particolare nelle attività che orbitano intorno alla gestione delle discariche. “L’elemento importante – ha commentato Tiziano Granata Responsabile dell’Ufficio Ambiente & Legalità di Legambiente Sicilia - sarebbe la gestione diretta, da parte di una cosca mafiosa, dello smaltimento di rifiuti speciali attraverso imprese compiacenti che ne certificavano falsamente lo smaltimento”. L’ecomafia siciliana generalmente opera in maniera diversa rispetto alla Campania, cioè attraverso l’imposizione di estorsione e mezzi per il controllo del ciclo dei rifiuti, come del resto operava il clan smaltellato dall’inchiesta. L’ inchiesta “Vivaio” è di grande importanza, poiché potrebbe aver fotografato una prima evoluzione dell’ecomafia siciliana nella gestione criminale dei rifiuti: cioè la gestione diretta di rifiuti speciali tramite imprese compiacenti legate a Cosa Nostra. Legambiente Sicilia esprime la propria soddisfazione per l’operazione condotta dalla Procura e dai carabinieri.