L'operazione gestita tra il 1999 ed il 2002 dal Ten. Col. Antonio Menga, comandante del reparto operativo ed il Pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Donato Ceglie, aveva individuato un traffico di rifiuti (stimato in 1 milione di tonnellate) Nord-Sud costituito da polveri di abbattimento fumi delle industrie siderurgiche e metallurgiche, ceneri da combustione olio minerale, morchie oleose e di verniciatura, pitture e vernici di scarto contenenti solventi organici non alogenati, fanghi da trattamento acque di processo di depurazione di industrie chimiche ed acque reflue industriali, inchiostro di scarto, melme acide, fanghi di potabilizzazione e chiarificazione delle acque.
Aveva come capi di imputazione dall’associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale alla realizzazione e gestione di discariche abusive, dal getto pericoloso di cose alla truffa continuata e all’abuso d’ufficio, per passare per l'avvelenamento di acque. Non luogo a procedere per il GIP nei cofronti dei 95 imputati.
Tra le principali cause del flop giudiziario, una serie di errori di notifica, rinvii, astensioni dei penalisti, brevi temi di prescrizioni per una parte degli lleciti (quelli contravvenzionali), e, non ultimo, il trasferimento dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.