Nell'ambito di indagini dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Gela sulla gestione di rifiuti pericolosi contenenti amianto derivanti dalla scoibentazione di linee ed altri impianti della Raffineria di Gela, i Militari della Guardia Costiera di Gela e dell'N.S.I. di Roma, congiuntamente a Personale della Provincia Regionale di Caltanissetta - Settore Territorio e Ambiente e a Personale dell'Azienda Sanitaria Provinciale 2 di Caltanissetta - Servizio S.PRE.SAL, a seguito dell'ispezione disposta dalla Procura di Gela, hanno proceduto al sequestro di tre locali, ubicati in una vecchia e fatiscente costruzione in cemento armato già in uso alla Polimeri Europa e ora di proprietà della Raffineria di Gela S.p.A., utilizzati come deposito temporaneo di rifiuti pericolosi.
Durante l'ispezione, in uno dei tre locali, sono stati rinvenuti n. 88 grandi sacchi (big-bags) colmi di rifiuti, n. 87 di tali sacchi sono risultati contenere amianto dismesso proveniente dalla bonifica delle diverse aree/impianti della Raffineria di Gela S.p.A., eseguita da alcune ditte dell'indotto nel corso degli anni 2011 e 2012 e n. 1 big-bag contenente materiale di colore nero di cui non è stata chiarita la provenienza.
I sacchi contenenti rifiuti di amianto erano depositati in maniera incontrollata in un locale, di circa 200 mq. del piano terra della predetta struttura, dotato di larghe finestre con infissi ma prive di vetri e chiuse solo con della rete metallica. Il locale era accessibile ai vari livelli attraverso un'apertura priva di porta in quanto divelta e attraverso scale esterne ed interne.
In tale deposito, in cui era stoccato l'amianto e da ritenersi luogo di lavoro, gli ispettori hanno rilevato diverse violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché l'assenza del documento di valutazione dei rischi e di appositi cartelli monitori indicanti il rischio della presenza di amianto.
Durante i predetti controlli gli investigatori, scoprivano altri due locali, anch'essi mancanti della necessaria documentazione di Valutazione dei Rischi e che venivano utilizzati come depositi temporanei di rifiuti pericolosi, la cui natura è ancora da accertare.
I tre locali ispezionati sono risultati pericolanti, in condizioni precarie, privi di documentazione che ne attestasse l'agibilità e non rispondenti ai più elementari requisiti di sicurezza per i luoghi di lavoro.
Riguardo agli 87 big-bags di rifiuti di amianto depositati in maniera incontrollata nel magazzino, la Raffineria di Gela ha fornito evidenze documentali circa i quantitativi risultanti dalle attività di scoibentazione poste in essere che, però, attestano la produzione di un quantitativo di rifiuti corrispondenti solo a 70 big-bags. La documentazione è al vaglio degli inquirenti.
Dopo aver accertato che i locali in cui erano depositati temporaneamente i rifiuti di amianto non rispondevano ai requisiti di
area interna controllata, “chiusa” e “inaccessibile” agli estranei e tale da evitare l'eventuale dispersione da parte del vento di polveri di amianto, si è proceduto al sequestro dei tre distinti locali ubicati nell'Isola 15 della raffineria, in quanto è apparso necessario compiere tutti gli approfondimenti del caso.
I reati contestati riguardanti la violazione del codice dell'ambiente, sono gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi e deposito incontrollato di rifiuti pericolosi, nella forma aggravata, essendo i fatti commessi in presenza di dichiarazione di
stato di emergenza rifiuti in Sicilia. Inoltre sono state contestate contravvenzioni in materia di sicurezza sul lavoro.
Allo stato sono quattro, fra Dirigenti e impiegati della Raffineria di Gela, le persone ritenute responsabili dei reati ipotizzati. Inoltre, la stessa società, in proprio, risulta iscritta nel registro degli indagati ai sensi del d. lgs. n. 231/2001, per gli illeciti amministrativi derivanti dai reati contestati.
(fonte: Guardia Costiera - Capitaneria di Gela)