venerdì 6 luglio 2012

Ecomafia: 33 mila reati ambientali nel 2011. Giro affari da 16,6 mld



(ASCA) - Roma, 4 lug - 


Sono 33.817 i reati ambientali scoperti nel 2011, quasi 93 al giorno, il 9,7% in piu' rispetto al 2010. Aumentano i reati contro il patrimonio faunistico, gli incendi boschivi, i furti delle opere d'arte e dei beni archeologici. Triplicano gli illeciti nel settore agroalimentare. Un dato allarmante che testimonia l'enorme pervasivita' dei traffici gestiti da ecomafiosi e ecocriminali che nel 2011 hanno accumulato ben 16,6 miliardi di euro. Questi i numeri dell'attacco al Belpaese e al suo patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e artistico da parte di ecocriminali e ecomafiosi che saccheggiano e distruggono il territorio mettendo in pericolo la salute dei cittadini e il futuro del Paese, raccolti e descritti dal rapporto Ecomafia 2012 presentato oggi a Roma, l'indagine annuale di Legambiente sull'illegalita' ambientale, che anche quest'anno fotografa una situazione ''grave e impressionante, con un business illecito dalle cifre scioccanti, contrastato con impegno e perizia dalle forze dell'ordine che, solo nel 2011, hanno effettuato 8.765 sequestri, 305 arresti (100 in piu', rispetto all'anno precedente con un incremento del 48,8%), con 27.969 persone denunciate (7,8% in piu' rispetto al 2010)''.


I clan continuano a prosperare: 296 quelli censiti sino ad oggi, sei in piu' rispetto allo scorso anno. A cambiare invece, sembra essere l'immagine del mafioso di professione, che si e' evoluto nel corso delle generazioni e ora si contraddistingue per buona educazione e cultura, conoscenza delle lingue straniere, aspetto distinto. Tutte caratteristiche utili a condurre truffe e falsificazioni di documenti anche nei circuiti legali.

''Il confine tra legalita' e illegalita' e' sempre piu' labile - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Vizi privati e relazioni pubbliche tendono a fondersi in un'unica zona grigia dove lecito e illecito si mischiano e si sostengono a vicenda, spesso con la mediazione di figure interne alla pubblica amministrazione, grazie al collante della corruzione sempre piu' diffusa''.