GEAPRESS – Dieci poliziotti, coordinati dal Vicequestore dott.ssa Teresa Di Nuzzo del Commissariato di Polizia Nicola Calipari e cinque Guardie eco-zoofile di WWF e LIDA. Già alle prime ore di ieri mattina, piazza del Popolo era stata discretamente controllata e tutti gli uccellatori individuati. Nessuno di loro si aspettava il blitz, e quando la Polizia di Stato ha bloccato la piazza, sono rimasti con un palmo di naso. Ben 13 uccellatori sono stati così fermati e condotti in Commissariato per essere denunciati. Non sono mancati i momenti concitati, come nel caso di una macchina, carica di gabbiette di cardellini, che ha tentato la fuga. Anch’essa è stata identificata, mentre ai fermi in loco hanno fatto poi seguito le perquisizioni domiciliari. Uccellatori, commercianti di animali e trafficanti clandestini. Le tipologie, ieri mattina, c’erano un po’ tutte in quello che la Polizia di Stato, ritiene essere un vero e proprio mercato clandestino di avifauna selvatica protetta.



Un vero e proprio racket, sempre secondo la Questura di Messina e gli esperti di WWF e LIDA, ben organizzato e strutturato. La mole delle attrezzature sequestrate e la perfetta organizzazione di strutture e sistemi scoperti durante il blitz, fa ritenere che in quel mercato si registri annualmente un traffico di molte migliaia di esemplari di avifauna selvatica. Una realtà criminale, dunque, di importanza nazionale che fa di Messina una “insospettata” centrale del traffico di fauna in Italia. Il giro di denaro movimento, è sicuramente ingente. Un giovane cardellino, come molti esposti ieri in piazza del Popolo, ha prezzi minimi di 15 euro, ma un individuo particolare, per piumaggio e/o canto, può arrivare ad essere valutato anche alcune migliaia di euro.
Ad essere sequestrate, decine le gabbie esposte sulla pubblica via ove venivano detenuti, spesso in condizioni igieniche precarie, numerosi esemplari di cardellino (Carduelis carduelis). Si tratta di una specie protetta, per la quale è rigorosamente vietata la cattura e la detenzione. Scoperte anche due gabbie-trappola per catturare altri esemplari selvatici. Il controllo in loco è proseguito con l’ispezione dei veicoli posteggiati nelle strade adiacenti, ove erano nascosti altri uccelli protetti. Sequestrate anche somme di denaro frutto dell’attività illecita. Per trasportare tutte le gabbie e gli uccelli sequestrati è stato necessario un grosso furgone della Polizia di Stato. Tutti gli animali sono stati affidati alle cure veterinarie del Centro Recupero Fauna Selvatica di Colle San Rizzo, dell’Azienda Foreste Demaniali, diretta dall’architetto Giuseppe Aveni e gestito per gli aspetti tecnico – scientifici dall’Associazione  MAN.
Alla fine, tra gli animali rivenuti nella piazza, nelle auto e nel corso delle perquisizioni domiciliari, sono stati sequestrati quasi 200 cardellini, verzellini e zigoli. Deferiti alla Magistratura tredici soggetti per varie ipotesi di reato (dalla detenzione di specie protette al commercio abusivo; dal maltrattamento animale al furto di fauna patrimonio dello Stato). Tra questi un cittadino extracomunitario ed un altro soggetto che esponeva alla vendita i cardellini imbracati. I poveri animali avevano tutti applicato sul dorso e sul petto, una sorta di imbracatura di sottili fili che terminavano con un gancio di metallo, perennemente “indossato” . A tale gancio l’uccellatore collegava una cordicella con la quale strattonava ripetutamente gli animali che così svolazzavano (rimanendo tuttavia legati e quindi impossibilitati alla fuga) attirando altri uccelli selvatici che finivano nelle reti o nelle trappole. Particolare attenzione per i traffici fuori provincia. La piazza di Messina si sospetta essere un punto di snodo di avifauna illegalmente catturata, diretta sia a Malta come in nord Italia. A gestire il tutto, nel passato, furono trovati pregiudicati calabresi.
Per il numero di animali sequestrati e di persone denunciate – ha dichiarato Carlo Aprile, esperto antibracconaggio del Nucleo regionale delle Guardie WWF che ha condotto le prime indagini sul mercato clandestino di Messina –quella di Messina rappresenta indubbiamente l’operazione di polizia più corposa finora operata in Sicilia in materia di lotta al commercio clandestino di fauna selvatica, ed una delle più grosse a livello nazionale”.
Gli accertamenti proseguiranno per valutare con precisione tutte le altre eventuali responsabilità penali dei soggetti che sono stati denunciati domenica – prosegue Aprile – in stretta collaborazione con la Questura di Messina, cui va il nostro plauso per l’ottima organizzazione dell’operazione effettuata domenica che ha permesso di stroncare un florido racket e di riaffermare la legalità anche nel campo della tutela del patrimonio faunistico appartenente allo Stato”.
E’ attualmente in corso la conferenza stampa presso la Questura di Messina.