FONTE: www.ilgiorno.it
Secondo gli investigatori della Dda di Milano, tra la fine del 2007 e il 2009 nelle tasche della Perego Strade oltre due milioni di euro da oltre seimila trasporti illeciti
di Paola Pioppi
Como, 10 settembre 2012 - Un profitto illecito di oltre due milioni di euro. Secondo gli investigatori della Dda di Milano, tra la fine del 2007 e il 2009 nelle tasche della Perego Strade sarebbe rimasta una cifra più che rispettabile, derivante da oltre seimila trasporti illeciti di materiali destinati a conferimenti speciali, ma di fatto smaltiti in cantieri. L’indagine - partita dalla polizia stradale di Como e dal Noe tre anni fa, e confluita nell’operazione Infinito contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia - si è ora conclusa con 21 indagati nei confronti dei quali viene ipotizzato il concorso in traffico illecito di rifiuti.
A partire da Ivano Perego e Andrea Pavone, attualmente detenuti con l’accusa di associazione mafiosa. Le ipotesi di accusa coinvolgono anche Claudio, Luigi ed Elena Perego, Giovanni Barone e una quindicina di autisti. Tutti con posizioni differenti per ruoli e coinvolgimento. I cantieri di provenienza dei materiali (i cui committenti erano del tutto ignari dello smaltimento), producevano prodotti di risulta che andavano dagli inerti da demolizione edilizia fino all’amianto, localizzati in zone differenti della Lombardia: negli atti vengono citati la Clinica Mangiagalli di Milano, la demolizione di uno stabilimento tessile a Macherio e di un paio di aree dismesse comasche, la ex Lechler e la tintoria Lombarda di via Borgovico.
Formalmente diretti in discariche speciali, i rifiuti venivano invece smaltiti in operazioni di movimento terra o nelle amalgame degli asfalti: l’area del nuovo ospedale Sant’Anna di Como, durante le indagini, fu oggetto di carotaggi, ma a distanza di mesi, gli sbancamenti e i livellamenti del terreno hanno disperso i carichi di terra misti ad amianto su centinaia di metri quadrati, rendendo impossibile trovare altri riscontri.La stessa situazione che si è verificata per gli asfalti: quelli dello svincolo di Lurago d’Erba all’incrocio tra Como-Bergamo e Vallassina, del raddoppio ferroviario della Carnate-Airuno e del cantiere della Paullese.
In tutto 109mila metri cubi di materiali, per 6.400 trasporti e un risparmio di due milioni e 300mila euro a favore di Perego Strade. Società che, secondo le indagini, in quegli stessi anni sarebbe stata già sotto il controllo della ‘ndrangheta attraverso l’infiltrazione di soggetti come Andrea Pavone (ora a processo dibattimentale con Ivano Perego) che avrebbe controllato cantieri, trasporti e la concorrenza, pur nella consapevolezza dello stesso Perego.